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L'Obesità Infantile

LE MUTAZIONI ANTROPOLOGICHE DEI GIOVANI ITALIANI

Una delle principali aziende dolciarie multinazionali ritira la sua pubblicità dai programmi televisivi inglesi rivolti ai minori. Un segnale preciso. E in Italia?

Le vere rivoluzioni avvengono lentamente, ma inesorabilmente, giorno dopo giorno, fintanto che niente è più come prima.

Negli ultimi periodi sono sopravvenute vere e proprie rivoluzioni non soltanto sociali, ma addirittura fisiche, in quelle che potremmo chiamare le “mutazioni antropologiche” degli Italiani.

Non sono dovute a fenomeni naturali, o ad evoluzioni genetiche.

Ne è responsabile la televisione in primo luogo e poi tutti gli altri mass media di nuovo tipo che implicano necessariamente sedentarietà.

Non vogliamo certo con questo demonizzare il mezzo, o i mezzi: occorre però denunciarne gli usi sbagliati, rendersi conto dei pericoli; soltanto così si potrà educare ad un uso consapevole e magari, col tempo, fermare la triste, prima che terribile, situazione esistente.

La prima mutazione antropologica riguarda i nostri bambini sempre più obesi. Guardateli un po’ in giro ( quando essi ancora ci vanno e non se ne stanno rintanati a casa, davanti alla tv, o al computer con i videogiochi ), fateci caso e vi renderete conto.
Come minimo, pesano più di quanto dovrebbero. Poi, sempre di più sono pieni, rotondi, con faccioni e coscioni, pancette prominenti, mani adipose.

Non è una bella cosa. Non è l’immagine del benessere: è l’immagine di una disfunzione evidente, di un cambiamento radicale di usi e costumi, che è diventato peggioramento fisico.

E’ l’immagine di cattiva salute.

Senza voler creare allarmismi e con grande cautela, come sempre conviene quando si parla di dati sanitari, occorre però dire anche che l’obesità è uno stato patologico molto pericoloso: predispone a gravissime malattie. Fisiche, senza ampliare il discorso ai disturbi psichici.

E ormai – dicono i dati che abbiamo a disposizione- esso riguarda 5 bambini su cento, mentre 25 su cento sono “semplicemente” in sovra - peso, cioè sulla strada per diventare obesi tout court.
Troppo tempo passato davanti al video, e troppi comportamenti alimentari scorretti, fra l’altro ingenerati dalla televisione stessa, con la pubblicità: un bambino che guarda due ore al giorno ( e magari fossero solo quelle ) di tv fra le 15 e le 18 vede anche in un mese circa seimila spot di patatine, caramelle, brioscine e simili.

Il sistema italiano, seppure ricco di codici e disposizioni di legge, in realtà non ha alcun interesse a combattere le condotte contrarie alla tutela dei minori, volendo difendere solo gli interessi dei grandi investitori.

All’estero sono già all’opera e si son portati ben vanti, consci della serietà della questione, grave già negli aspetti attuali, ma ancora di più in prospettiva.

In Inghilterra, per esempio, hanno pensato a cartoni animati che insegnino ad alimentarsi correttamente ( sulla falsariga di Braccio di Ferro che mangia gli spinaci, per diventare super, tanto per intenderci ); a divieti per un certo tipo di pubblicità; e ad un programma della BBC prevalentemente sanitario, che si chiama “Stiamo uccidendo i nostri figli!”. Un apposito comitato parlamentare si è pronunciato in tal senso, chiedendo esplicitamente al governo di intervenire. Infine, pochi giorni fa, anticipando i tempi, quindi fiutando l’aria, con ciò in maniera quanto mai opportuna, una delle principali aziende dolciarie multinazionali ha deciso in maniera unilaterale di sospendere le proprie pubblicità televisive all’interno di programmi destinati ai minori.

Nel complesso, non è molto, ma è già qualcosa.

Poi, in Australia hanno prodotto videogiochi sul tema.

In Spagna hanno studiato tutta una serie di provvedimenti restrittivi.

Un tempo i ragazzi andavano a scuola a piedi. All’uscita mangiavano un panino, bevevano acqua e si mettevano a giocare a pallone. I bambini di oggi vanno a scuola accompagnati in auto. Si nutrono con succhi di frutta, bibite gassate e merendine. E passano ore e ore seduti in poltrona davanti alla tv.

Così, sembra di risentire le parole pronunciate un anno fa circa dall’allora allenatore della Nazionale Marcello Lippi, che lamentava la scomparsa dalle nostre strade dei ragazzi che giocano a pallone...

Come dalle nostre scuole sta scomparendo una materia come l’educazione fisica.

Come si assottigliano sempre di più i cortili, i marciapiedi, i prati e le periferie. Ora, se non vorremo ritrovarci un popolo irrimediabilmente di bambini obesi e di adulti diabetici e infartuati, oltre che di creature sia esteticamente, sia mentalmente bruttissime, qualcosa bisognerà fare anche da noi.

Ma non occorrono parole, tavole rotonde e quadrate, convegni e congressi.

Occorrono fatti.

Qualcuno dovrà urgentemente avviarli.

Gli adolescenti devono fare moto! Correre, giocare all’aperto, praticare sport. Non devono stare più di UN MASSIMO di un paio d’ore, tutto compreso, al giorno, davanti alla televisione o al computer. Quando ci stanno, non devono mangiare extra pasto dolciumi, o cibi fritti e grassi. Devono, infine, socializzare e devono essere invogliati a farlo, seguiti in tutti questi processi, dai loro insegnanti e dai loro genitori; devono essere educati, affinché raggiungano e mantengano il loro equilibrio psico-fisico e la loro salute fisica e mentale.

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