Tenuto conto dell'indifferenza dimostrata dai giornali e dalle televisioni nei confronti dei numerosi comunicati inviati dal prof. Melcore, tutti riguardanti temi attuali e scottanti, abbiamo deciso di riservare questo spazio per permettervi di prendere visione della nostra opinione e di scriverci per confrontarci e discuterne insieme
Signor FIORE ringrazi il Senatore MANTOVANO.
Una suora in mutande, due uomini che si abbracciano due donne che si titillano i capezzoli.
Tre manifesti giganti che hanno invaso la città, soprattutto i ponti delle tangenziali, che nelle intenzioni di chi li ha fatti affiggere circa un mese fa, dovevano scandalizzare la città e sollevare chissà quale dibattito e quale polverone. Sonno passate alcune settimane e i cittadini non si sono quasi accorti di questi posters. Quelli riproducenti i due uomini e le due lesbiche erano brutte foto molto scure, non invitavano ad essere guardate. L’immagine con la suora, invece, era ben fatta ma non per questo ha sortito l’effetto sperato. Infatti se non fosse stato per un giornale locale, che se ne occupato, evidenziandolo nella locandina, oggi probabilmente non ne staremmo a parlare.
Nonostante l’interessamento del giornale, l’unico che ha avuto, come sempre il coraggio di intervenire è stato il Sen. Mantovano che ha chiesto all’amministratore dell’azienda di non continuare a utilizzare un’immagine che manca di rispetto a coloro che dedicano la vita agli altri, soprattutto ai più deboli. Immediato l’intervento di ben due docenti universitari, manco a dirlo entrambi di sinistra, uno che si dice cattolico e sostanzialmente dice che ci sono ben altri problemi che dovrebbero scandalizzare, come per esempio la guerra.
La solita scappatoia, quando non si hanno argomentazioni valide e si vuole a tutti i costi sostenere una tesi, si sposta il discorso su altri temi. Poi invece, vi è un’intervista ad un altro noto professore universitario, che ci racconta come Lenin spiegasse ai quadri del partito, che questi dovesse essere un passo davanti alle masse e non due, per poterle guidare. Da ciò si dovrebbe arguire che la pubblicità deve essere un passo avanti rispetto al consumatore per poterlo guidare.
Mi sembra che quest’azienda che punta su una suora in mutande, bisogna dire che sta diversi passi indietro rispetto alla propria clientela che in questi anni è stata costretta a vedere ben altro, dal prete che bacia la suora di Toscano, alle mille immagini che hanno gettato fango sulla chiesa e suoi religiosi.
Qui non si tratta di scandalizzarsi, nessuno si scandalizza, semplicemente si tratta di ricordare che il rispetto che si chiede per sé, bisognerebbe portarlo anche agli altri.
All’amministratore della società che dice che darà ai cittadini una pubblica risposta, per spiegare come quell’immagine sia realizzata ad arte da un fotografo specializzato, diciamo che
un manifesto è una forma di comunicazione composta da immagini e parole, e se ha bisogno di essere spiegato, c’è qualcosa che non va. Nessuno mette in dubbio la professionalità del fotografo, che come dice il signor Fiore, ha realizzato ad arte la foto, ci viene però di pensare che, anche la MERDA E’ ARTE.
Qualcuno oltre 20 anni fa, la prese e dopo averla liofilizzata la espose alla biennale di Venezia, con l’emblematico titolo “Merda d’artista”.
Il signor Fiore o chi lo consiglia sin dall’apertura ha puntato sulla provocazione come strumento per vendere i propri prodotti. E’ partito con il nudo efebo, oggi ci riprova toccando il tema della dissacrazione religiosa e dell’omosessualità.
Se il signor Fiore ce lo permette da umili operatori della comunicazione, vorremmo dargli un consiglio, se ha intenzioni di fare le provocazioni come quelle sin’ora realizzate, allora ha bisogno di accordarsi con qualche giornale che faccia finta di scandalizzarsi tutte le volte che esce con un manifesto. Altrimenti il gioco non funziona. Le campagne pubblicitarie di Toscano sono sempre riuscite, perché appena uscivano i manifesti, il giorno dopo c’era pronto un grosso quotidiano nazionale che, ripreso poi dagli altri gridava allo scandalo, ed il successo della campagna era assicurato.
Oppure più semplicemente, invece di toccare miti cari alla Chiesa, provi a toccare qualche mito caro alla sinistra, e allora vedrà che alzata di scudi, quanti tromboni, quanti soloni inizieranno a pontificare, quanti docenti universitari, quanti politici, intellettuali, giornalisti, interverranno, vdrà quante tavole rotonde, quante trasmissioni solo per lei per il suoi negozio.
Il risultato? Garantito, per mesi si parlerà della sua campagna promozionale.
Un unico problema non le garantisco che il negozio non possa essere distrutto.
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